sabato 22 novembre 2025

Lettera aperta agli antisionisti di destra– Parte II

 

L’impero romano-introduzione

Roma e Gerusalemme

Quando mettiamo a confronto Roma e Gerusalemme, non stiamo semplicemente accostando due città antiche: stiamo osservando due idee opposte di comunità, potere e identità.

Roma nasce come un piccolo insediamento latino che, nel giro di pochi secoli, assorbe, conquista e unifica una miriade di popoli italici diversi: Etruschi, Sabini, Sanniti, Umbri, Veneti, Lucani, Celti. La sua missione storica diventa chiara fin dall’inizio: espandere, integrare, dominare. Roma forgia un progetto politico universale, in cui la cittadinanza non dipende dal sangue ma dall’appartenenza allo Stato. È una visione imperialista e inclusiva, che trasforma una città in un impero e un impero in un’identità.

Gerusalemme è esattamente il contrario.
Non nasce per unire popoli diversi, né per espandere confini. Diventa capitale con re Davide e custodisce il Tempio con re Salomone: il suo significato non è politico ma sacro. Gerusalemme è il centro religioso di un solo popolo — gli Ebrei — e il simbolo della loro alleanza con Dio. Non aspira a inglobare altre nazioni: aspira a preservare la propria. È una città che non definisce un impero, ma definisce un’identità spirituale.

Così, mentre Roma costruisce l’unità imponendola dall’alto,
Gerusalemme custodisce l’unità perché la riceve dall’Alto.

Il parallelismo tra le due città rivela quindi una verità fondamentale:
Roma rappresenta l’ambizione politica dell’universalità;
Gerusalemme rappresenta la radice religiosa della particolarità.

Due modelli opposti, due vocazioni diverse, due modi di concepire la storia degli uomini.

Nascita e sviluppo dell'impero

Roma comincia la sua storia tra il X e l’VIII secolo a.C. come un piccolo villaggio latino sulle rive del Tevere. In quel momento, mentre Roma muove i primi passi come insediamento locale, Israele è già un regno unificato sotto due figure storiche e fondative: Davide e Salomone (X secolo a.C.). Roma diventa una monarchia e solo in seguito, nel 509 a.C., si trasforma in Repubblica. Nello stesso arco di tempo, nel Vicino Oriente, il regno di Israele si era già diviso in due stati distinti:

  • Regno di Israele (Nord)
  • Regno di Giuda (Sud)

Il regno di Giuda sopravvive fino all’esilio babilonese del 586 a.C., un evento drammatico ma non definitivo.

Roma si espande, Israele resiste e ricostruisce

Tra il V e il IV secolo a.C., Roma entra in una fase di grande espansione nella penisola italiana: conquista Etruschi, Sanniti, Umbri, Celti e procede verso l’unificazione militare e politica dell’Italia. Nello stesso periodo, gli Ebrei ritornano dall’esilio e ricostruiscono il Secondo Tempio (516 a.C.). È l’epoca delle dominazioni persiana ed ellenistica, ma nonostante i poteri stranieri la comunità ebraica mantiene continuità culturale, religiosa e identitaria.

Due destini paralleli: un impero e un regno che risorge

Tra il III e il II secolo a.C., Roma conquista tutto il Mediterraneo: Cartagine, Grecia, Siria. Diventa una potenza imperiale. Contemporaneamente, nella storia ebraica si afferma la dinastia asmonea (descritta nei Libri dei Maccabei). A seguito della rivolta dei Maccabei, gli Ebrei riconquistano la sovranità e fondano lo Stato giudaico indipendente (140–63 a.C.). È un periodo di piena autonomia nazionale.

Roma diventa Impero, Israele mantiene identità

Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. nasce l’Impero Romano. Nel 63 a.C., Roma conquista la Giudea (non “la Palestina”, denominazione successiva). Nonostante la dominazione romana, gli Ebrei mantengono la loro identità, la loro lingua, la loro legge e il loro Tempio. Nel 70 d.C., con l’Impero al suo apice sotto la dinastia flavia, Tito distrugge il Secondo Tempio. Ma questo non cancella il popolo ebraico: esso continua a vivere sia in Terra Santa sia nella diaspora.

Le rivolte e la continuità ebraica in Terra d’Israele

Tra il 132 e il 135 d.C., Roma reprime la rivolta di Bar Kokhba. La Giudea viene duramente colpita e molti Ebrei vengono dispersi. Tuttavia una parte significativa della popolazione ebraica rimane stabilmente in Galilea e in altre regioni della Terra d’Israele.

Tra il II e il IV secolo d.C., mentre l’Impero Romano raggiunge la sua massima estensione, la vita ebraica continua attivamente in Galilea, nel Golan, a Gerusalemme, a Lydda e a Tiberiade. Proprio in questo periodo viene redatta la Mishnah (II secolo d.C.), uno dei testi fondamentali dell’ebraismo rabbinico. Nel IV secolo d.C. Roma si cristianizza (Editto di Milano 313; Teodosio 380), mentre la presenza ebraica in Terra d’Israele continua ininterrotta anche sotto il dominio bizantino.

Gli italiani non esistevano. Gli Ebrei sì.

Durante tutto questo periodo la penisola italiana non ha ancora un popolo unitario.
È composta da: Latini, Etruschi, Umbri, Sabini, Sanniti, Lucani, Bruzi, Veneti, Liguri, Celti (Galli cisalpini), Iapigi (Dauni, Peucezi, Messapi), Greci della Magna Grecia, Sardi nuragici, Siculi, Sicani, Elimi. Non esiste un’identità italiana.Non esiste un popolo italiano.Non esiste una lingua italiana. Gli “Italiani” come identità etno-nazionale nasceranno solo molti secoli dopo, tra Medioevo ed età moderna.

Conclusione chiara e inequivocabile

Quando Roma stava ancora unificando i popoli italici e mentre gli “italiani” non esistevano come popolo, gli Ebrei erano già da tempo una nazione con una propria terra, una propria lingua, una propria cultura e una capitale: Gerusalemme. La storia non lascia margini di dubbio.

 

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