Iniziamo dalla
preistoria
Questa riflessione nasce
da un punto cieco che molti, nella destra antisionista, continuano a
ignorare: la concezione di patria che difendono con orgoglio è
sorprendentemente simile alla visione sionista, eppure la contrastano come se
rappresentasse un nemico ideologico.
Chiedi a un uomo di destra quali siano i cardini della sua identità e di solito
risponde: Dio, Patria, Famiglia. Chiedi a un sionista e il
contenuto è lo stesso: Dio (ebraismo), Patria (Israele), Famiglia.
Le radici emotive, culturali, spirituali: identiche. E tuttavia, uno percepisce
l’altro come antitetico. Non per ragioni storiche, ma per il peso di un mito
costruito – il presunto “complotto ebraico” – alimentato per decenni da
falsificazioni e letture distorte della tradizione ebraica.
A rendere il quadro
ancora più paradossale contribuisce un altro fatto: l’antisionismo di destra e
quello di sinistra finiscono per toccarsi, pur partendo da premesse opposte.
La matrice comunista ha sempre visto nelle identità nazionali un ostacolo e
nella religione un impedimento ideologico. Da qui la fascinazione per un Islam
politico percepito non come fede, ma come strumento di unificazione collettiva
dentro un progetto “internazionalista”. Il risultato? Entrambi i fronti, per
motivi diversi, hanno adottato la “causa palestinese” come vessillo: una causa
che, storicamente, è stata modellata da diversi regimi arabi come leva
geopolitica contro l’Occidente cristiano.
Ed ecco il nodo che
nessuno vuole vedere: molti antisionisti di destra finiscono per sostenere
proprio quei movimenti islamisti che vogliono distruggere i valori che loro
ritengono sacri – Dio, Patria, Famiglia. Una contraddizione
gigantesca, resa possibile dalla scarsa conoscenza della storia del sionismo e
della radice storica dell’identità ebraica.
Per capire meglio,
torniamo indietro: alla preistoria.
Se mettiamo a confronto
la formazione dei popoli italiani e quella dei popoli del Medio Oriente, la
differenza temporale appare enorme.
Fine dell’Età del Bronzo
(2200–1200 a.C.)
In Italia non
esistevano gli “italiani”. La penisola era una scacchiera di gruppi
differenti:
- al Nord genti alpine e transalpine, spesso
pre-indoeuropee;
- al Centro popolazioni locali, non ancora
strutturate in “popoli” storici;
- al Sud Micenei, Ciprioti, Fenici e altri
navigatori del Mediterraneo.
I popoli che conosciamo
– Etruschi, Latini, Umbri, Sanniti, Veneti – non erano ancora
nati. Compariranno solo nell’Età del Ferro (1000–900 a.C.). In quel periodo non
esisteva alcun popolo italiano.
Nel frattempo, nel Medio
Oriente…La situazione era completamente diversa.
Qui esistevano già stati veri e propri:
- Hittiti,
- regni siriaci,
- Fenici,
- Aramei (dai quali deriva Abramo),
- prime formazioni politiche ebraiche (Israele e
Giuda),
- stati neo-ittiti anatolici.
Gli Arabi non erano
ancora comparsi come entità storica, ma gli Ebrei sì: popolo,
identità, lingua, culto.
Età del Ferro (900–300
a.C.)
In Italia finalmente
compaiono identità più definite:
- Etruschi,
- Latini,
- Sabini,
- Umbri,
- Piceni,
- Golasecca e Leponti al Nord (culture
celtiche),
- Dauni, Peucezi e Messapi al
Sud (origine balcanica),
- Siculi, Sicani, Elimi in
Sicilia.
Un mosaico di lingue,
culti, tradizioni diverse: nessun popolo unitario.
Nel Medio Oriente,
invece, dominano imperi strutturati e centralizzati:
- Neo-Assiro,
- Neo-Babilonese,
- Persiano achemenide.
E fra i popoli soggetti
a questi imperi ci sono gli Ebrei, già pienamente riconoscibili
come nazione storica.
Il caso specifico
d’Israele
- Età del Ferro I (1200–1000 a.C.): le tribù israelitiche sono
già insediate in Samaria e Giudea.
- Età del Ferro II (1000–586 a.C.): si forma il Regno
Unito di Israele, che poi si divide in:
- Regno di Israele (Nord, capitale Samaria),
- Regno di Giuda (Sud, capitale Gerusalemme).
Parliamo di un popolo
con una storia, una lingua, una fede e una struttura politica ben
definite.
E l’Italia?
Fino al IV–III secolo
a.C. non esisteva alcun popolo unitario: solo Etruschi, Latini, Sabini,
Umbri, Piceni, Sanniti, Lucani, Bruzi, Veneti, Liguri, Celti, Iapigi, Siculi,
Sicani, Elimi, Sardi nuragici. Ognuno con tradizioni e lingue proprie.
L’identità unitaria nascerà soltanto con Roma.
La conclusione è inevitabile:
quando gli Ebrei erano già un popolo con città, una cultura e una lingua, gli
italiani non esistevano ancora.
Questa è storia, non ideologia. Ed è proprio da qui che occorre partire per
comprendere la legittimità storica dell’idea di patria nel pensiero ebraico –
la stessa idea che molti antisionisti di destra difendono quando parlano
dell’Italia, ma rifiutano quando riguarda Israele.
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