sabato 22 novembre 2025

Lettera aperta agli antisionisti di destra– Parte I

 


Iniziamo dalla preistoria

Questa riflessione nasce da un punto cieco che molti, nella destra antisionista, continuano a ignorare: la concezione di patria che difendono con orgoglio è sorprendentemente simile alla visione sionista, eppure la contrastano come se rappresentasse un nemico ideologico.
Chiedi a un uomo di destra quali siano i cardini della sua identità e di solito risponde: Dio, Patria, Famiglia. Chiedi a un sionista e il contenuto è lo stesso: Dio (ebraismo), Patria (Israele), Famiglia. Le radici emotive, culturali, spirituali: identiche. E tuttavia, uno percepisce l’altro come antitetico. Non per ragioni storiche, ma per il peso di un mito costruito – il presunto “complotto ebraico” – alimentato per decenni da falsificazioni e letture distorte della tradizione ebraica.

A rendere il quadro ancora più paradossale contribuisce un altro fatto: l’antisionismo di destra e quello di sinistra finiscono per toccarsi, pur partendo da premesse opposte.
La matrice comunista ha sempre visto nelle identità nazionali un ostacolo e nella religione un impedimento ideologico. Da qui la fascinazione per un Islam politico percepito non come fede, ma come strumento di unificazione collettiva dentro un progetto “internazionalista”. Il risultato? Entrambi i fronti, per motivi diversi, hanno adottato la “causa palestinese” come vessillo: una causa che, storicamente, è stata modellata da diversi regimi arabi come leva geopolitica contro l’Occidente cristiano.

Ed ecco il nodo che nessuno vuole vedere: molti antisionisti di destra finiscono per sostenere proprio quei movimenti islamisti che vogliono distruggere i valori che loro ritengono sacri – Dio, Patria, FamigliaUna contraddizione gigantesca, resa possibile dalla scarsa conoscenza della storia del sionismo e della radice storica dell’identità ebraica.

Per capire meglio, torniamo indietro: alla preistoria.

Se mettiamo a confronto la formazione dei popoli italiani e quella dei popoli del Medio Oriente, la differenza temporale appare enorme.

Fine dell’Età del Bronzo (2200–1200 a.C.)

In Italia non esistevano gli “italiani”. La penisola era una scacchiera di gruppi differenti:

  • al Nord genti alpine e transalpine, spesso pre-indoeuropee;
  • al Centro popolazioni locali, non ancora strutturate in “popoli” storici;
  • al Sud Micenei, Ciprioti, Fenici e altri navigatori del Mediterraneo.

I popoli che conosciamo – Etruschi, Latini, Umbri, Sanniti, Veneti – non erano ancora nati. Compariranno solo nell’Età del Ferro (1000–900 a.C.). In quel periodo non esisteva alcun popolo italiano.

Nel frattempo, nel Medio Oriente…La situazione era completamente diversa.
Qui esistevano già stati veri e propri:

  • Hittiti,
  • regni siriaci,
  • Fenici,
  • Aramei (dai quali deriva Abramo),
  • prime formazioni politiche ebraiche (Israele e Giuda),
  • stati neo-ittiti anatolici.

Gli Arabi non erano ancora comparsi come entità storica, ma gli Ebrei sì: popolo, identità, lingua, culto.

Età del Ferro (900–300 a.C.)

In Italia finalmente compaiono identità più definite:

  • Etruschi,
  • Latini,
  • Sabini,
  • Umbri,
  • Piceni,
  • Golasecca e Leponti al Nord (culture celtiche),
  • DauniPeucezi e Messapi al Sud (origine balcanica),
  • SiculiSicaniElimi in Sicilia.

Un mosaico di lingue, culti, tradizioni diverse: nessun popolo unitario.

Nel Medio Oriente, invece, dominano imperi strutturati e centralizzati:

  • Neo-Assiro,
  • Neo-Babilonese,
  • Persiano achemenide.

E fra i popoli soggetti a questi imperi ci sono gli Ebrei, già pienamente riconoscibili come nazione storica.

Il caso specifico d’Israele

  • Età del Ferro I (1200–1000 a.C.): le tribù israelitiche sono già insediate in Samaria e Giudea.
  • Età del Ferro II (1000–586 a.C.): si forma il Regno Unito di Israele, che poi si divide in:
    • Regno di Israele (Nord, capitale Samaria),
    • Regno di Giuda (Sud, capitale Gerusalemme).

Parliamo di un popolo con una storia, una lingua, una fede e una struttura politica ben definite.

E l’Italia?

Fino al IV–III secolo a.C. non esisteva alcun popolo unitario: solo Etruschi, Latini, Sabini, Umbri, Piceni, Sanniti, Lucani, Bruzi, Veneti, Liguri, Celti, Iapigi, Siculi, Sicani, Elimi, Sardi nuragici. Ognuno con tradizioni e lingue proprie. L’identità unitaria nascerà soltanto con Roma.

La conclusione è inevitabile: quando gli Ebrei erano già un popolo con città, una cultura e una lingua, gli italiani non esistevano ancora.
Questa è storia, non ideologia. Ed è proprio da qui che occorre partire per comprendere la legittimità storica dell’idea di patria nel pensiero ebraico – la stessa idea che molti antisionisti di destra difendono quando parlano dell’Italia, ma rifiutano quando riguarda Israele.


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