L’impero romano-introduzione
Roma e Gerusalemme
Quando
mettiamo a confronto Roma e Gerusalemme, non stiamo semplicemente accostando
due città antiche: stiamo osservando due idee opposte di comunità, potere e
identità.
Roma nasce
come un piccolo insediamento latino che, nel giro di pochi secoli, assorbe,
conquista e unifica una miriade di popoli italici diversi: Etruschi, Sabini,
Sanniti, Umbri, Veneti, Lucani, Celti. La sua missione storica diventa chiara
fin dall’inizio: espandere, integrare, dominare. Roma forgia un progetto
politico universale, in cui la cittadinanza non dipende dal sangue ma
dall’appartenenza allo Stato. È una visione imperialista e inclusiva,
che trasforma una città in un impero e un impero in un’identità.
Gerusalemme
è esattamente il contrario.
Non nasce per unire popoli diversi, né per espandere confini. Diventa capitale
con re Davide e custodisce il Tempio con re Salomone: il suo significato non è
politico ma sacro. Gerusalemme è il centro religioso di un solo popolo —
gli Ebrei — e il simbolo della loro alleanza con Dio. Non aspira a
inglobare altre nazioni: aspira a preservare la propria. È una città che non
definisce un impero, ma definisce un’identità spirituale.
Così, mentre
Roma costruisce l’unità imponendola dall’alto,
Gerusalemme custodisce l’unità perché la riceve dall’Alto.
Il
parallelismo tra le due città rivela quindi una verità fondamentale:
Roma rappresenta l’ambizione politica dell’universalità;
Gerusalemme rappresenta la radice religiosa della particolarità.
Due modelli
opposti, due vocazioni diverse, due modi di concepire la storia degli uomini.
Nascita e sviluppo dell'impero
Roma comincia la sua storia tra il X e l’VIII secolo a.C. come un piccolo villaggio latino sulle rive del Tevere. In quel momento, mentre Roma muove i primi passi come insediamento locale, Israele è già un regno unificato sotto due figure storiche e fondative: Davide e Salomone (X secolo a.C.). Roma diventa una monarchia e solo in seguito, nel 509 a.C., si trasforma in Repubblica. Nello stesso arco di tempo, nel Vicino Oriente, il regno di Israele si era già diviso in due stati distinti:
- Regno
di Israele (Nord)
- Regno
di Giuda (Sud)
Il regno di Giuda sopravvive fino
all’esilio babilonese del 586 a.C., un evento drammatico ma non
definitivo.
Roma si espande, Israele resiste e
ricostruisce
Tra il V e il IV secolo a.C.,
Roma entra in una fase di grande espansione nella penisola italiana: conquista
Etruschi, Sanniti, Umbri, Celti e procede verso l’unificazione militare e
politica dell’Italia. Nello stesso periodo, gli Ebrei ritornano dall’esilio
e ricostruiscono il Secondo Tempio (516 a.C.). È l’epoca delle
dominazioni persiana ed ellenistica, ma nonostante i poteri stranieri la
comunità ebraica mantiene continuità culturale, religiosa e identitaria.
Due destini paralleli: un impero e
un regno che risorge
Tra il III e il II secolo a.C.,
Roma conquista tutto il Mediterraneo: Cartagine, Grecia, Siria. Diventa una
potenza imperiale. Contemporaneamente, nella storia ebraica si afferma la dinastia
asmonea (descritta nei Libri dei Maccabei). A seguito della rivolta dei
Maccabei, gli Ebrei riconquistano la sovranità e fondano lo Stato giudaico
indipendente (140–63 a.C.). È un periodo di piena autonomia nazionale.
Roma diventa Impero, Israele
mantiene identità
Tra il I secolo a.C. e il I secolo
d.C. nasce l’Impero Romano. Nel 63 a.C., Roma conquista la Giudea
(non “la Palestina”, denominazione successiva). Nonostante la dominazione
romana, gli Ebrei mantengono la loro identità, la loro lingua, la loro
legge e il loro Tempio. Nel 70 d.C., con l’Impero al suo apice sotto la
dinastia flavia, Tito distrugge il Secondo Tempio. Ma questo non
cancella il popolo ebraico: esso continua a vivere sia in Terra Santa sia nella
diaspora.
Le rivolte e la continuità ebraica
in Terra d’Israele
Tra il 132 e il 135 d.C.,
Roma reprime la rivolta di Bar Kokhba. La Giudea viene duramente colpita e
molti Ebrei vengono dispersi. Tuttavia una parte significativa della
popolazione ebraica rimane stabilmente in Galilea e in altre regioni della
Terra d’Israele.
Tra il II e il IV secolo d.C.,
mentre l’Impero Romano raggiunge la sua massima estensione, la vita ebraica
continua attivamente in Galilea, nel Golan, a Gerusalemme, a Lydda e a
Tiberiade. Proprio in questo periodo viene redatta la Mishnah (II secolo
d.C.), uno dei testi fondamentali dell’ebraismo rabbinico. Nel IV secolo d.C.
Roma si cristianizza (Editto di Milano 313; Teodosio 380), mentre la
presenza ebraica in Terra d’Israele continua ininterrotta anche sotto il
dominio bizantino.
Gli italiani non esistevano. Gli
Ebrei sì.
Durante tutto questo periodo la
penisola italiana non ha ancora un popolo unitario.
È composta da: Latini, Etruschi, Umbri, Sabini, Sanniti, Lucani, Bruzi, Veneti,
Liguri, Celti (Galli cisalpini), Iapigi (Dauni, Peucezi, Messapi), Greci della
Magna Grecia, Sardi nuragici, Siculi, Sicani, Elimi. Non esiste un’identità
italiana.Non esiste un popolo italiano.Non esiste una lingua italiana. Gli
“Italiani” come identità etno-nazionale nasceranno solo molti secoli dopo,
tra Medioevo ed età moderna.
Conclusione chiara e inequivocabile
Quando Roma stava ancora unificando
i popoli italici e mentre gli “italiani” non esistevano come popolo, gli Ebrei
erano già da tempo una nazione con una propria terra, una propria lingua, una
propria cultura e una capitale: Gerusalemme. La storia non lascia margini di
dubbio.