giovedì 21 novembre 2024

Perché dobbiamo pagare le tasse?

 


In una società democratica è giusto pagare le tasse per permettere allo stato di assicurare i servizi ai propri cittadini e soprattutto a coloro che hanno un reddito medio basso. Questo principio è sancito anche nella costituzione italiana che dichiara che ognuno deve contribuire secondo le proprie capacità. E' un principio corretto, ma purtroppo viviamo in una società in cui l'egoismo la fa da leone e chi è ricco non è disposto a contribuire e quini elude il fisco, evade, o dimentica di pagare ciò che gli compete. L'Italia è il paese da una notevole elusione ed evasione fiscale, cosi dicono i nostri politici, e questo mantra lo sentiamo dichiarare in ogni programma politico durante le elezioni e da ogni partito di destra, di centro e di sinistra. A causa di questi evasori l'amministrazione non riesce a garantire ai meno fortunati i loro diritti, quali la salute, la casa, il lavoro, lo studio ecc. Chi sono gli evasori? Ovviamente i piccoli imprenditori, i liberi professionisti ecc, mentre i più ligi al dovere fiscale sono i dipendenti, coloro che percepiscono un reddito fisso con ritenuta fiscale alla fonte da parte del datore di lavoro.

Censurando comunque l'evasore, proviamo a vedere il problema sotto dal punto di vista degli imprenditori che negano questa lettura del problema e cerchiamo di capire perché questo mantra dell'evasione fiscale non è credibile. Gli imprenditori sono coloro che assumono il rischio dell'impresa in prima persona e si organizzano per fornire beni e servizi alla collettività. Ora l'imprenditore si lamenta dell'eccessivo prelievo fiscale (+ del 50% del reddito prodotto) in base a scaglioni ecc, a fronte di una burocrazia statale lenta e pesante, che non eroga servizi ma crea disagi. L'imprenditore deve pagare le tasse per una sanità che non funziona e spesso deve anticipare, se ha un'assicurazione, o pagare senza rimborso le prestazioni sanitarie,  per evitare le lungaggini che non può permettersi. L'imprenditore deve pagare le tasse ma non può avvalersi di un sistema di giustizia civile a tutela del suo credito (si dice che se hai torto vai dall'avvocato e se hai ragione accordati). Ma il paradosso è che il sistema italiano, nonostante l'alta tassazione, pretende pagamento di anticipi stimati e saldi, indipendentemente se l'impresa abbia incassato effettivamente. Lo stato a fronte del nulla pretende che l'imprenditore anticipi denari che non ha incassato. E' chiaro che cercare di non pagare o pagare di meno difronte ad un fisco iniquo è compensare, legittima difesa.

Si dichiara che a causa di coloro che evadono o omettono di pagare le tasse tutto il peso ricade suo dipendenti pubblici e privati, a reddito fisso. Mentre questa affermazione è certamente vera per i dipendenti delle aziende perché lo stipendio è pagato con il risultato economico delle imprese (fatturato), non è altrettanto vero per i dipendenti del pubblico, e delle imprese private ( esempio cooperative) che vivono prevalentemente di appalti, ovvero di servizi e beni venduti all'amministrazione dello stato, per amministratori comunali, regionali e ministeriali , sindacalisti ecc. Non è vero perché il loro stipendio è pagato a "debito", aumentando anno dopo anno il debito pubblico italiano. Ovvero stipendio e tasse sono pagati con le "cambiali-titoli di stato" che lo stato vende ai mercati (banche e finanziatori). Il loro stipendio non è il risultato di un servizio fatturato ma di una spesa a debito. E questo è una delle ragioni per cui il nostro indebitamento con i mercati cresce, perché nonostante le manovre economiche non si riesce a risanare con la fiscalità il buco del debito pubblico, che produce anche interessi su interessi. 

Ciò premesso, è chiaro che non riusciremo mai a ridurre il debito pubblico perché i Governi di destra come di sinistra non possono tagliare la spesa  perché alla spesa pubblica corrente sono legate le loro clientele (voti), per cui le piccole manovre dello 0,3% ecc di riduzione sono solo operazioni di facciata e rimane loro solo la strada dall'aumento della fiscalità ovvero della pressione fiscale. Tuttavia la pressione  fiscale ha come effetto l'aumento di coloro che non riescono a pagare il fisco (debitori) e/ o di coloro che cercano di eludere il fisco, evasori; inoltre il prelievo fiscale comprime la crescita dell'economia. Come si può definire immorale evitare il maggior prelievo quando la classe dirigente disperde risorse in spese pazze e compensi? Che cosa è più immorale, chi cerca di sopravvivere o chi scientificamente disperde le risorse finanziarie dello stato? Io credo che è più immorale chi disperde le poche risorse finanziarie dello stato in interessi propri se non nell'interesse della collettività, rispetto a chi deve sopravvivere alla quotidianità e cerca di pagare meno tasse.



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