Gentile Presidente,
Lei ha il merito di essere la prima donna a ricoprire questa prestigiosa carica, e Le riconosco competenza e determinazione. Tuttavia, il centrodestra di cui Lei è espressione mostra, in più occasioni, limiti evidenti nella qualità della propria classe dirigente.
Gli episodi sono sotto gli occhi di tutti: il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo che ferisce un agente di scorta durante una festa di Capodanno, l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la vicenda legata alla consulente Maria Rosaria Boccia, il video del ministro Valditara con l’inopportuna polemica sul patriarcato in occasione della presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, le uscite del vicepremier Salvini e, non ultima, la controversa dichiarazione del Presidente del Senato La Russa sulla strage di Via Rasella. Episodi che, al di là delle singole responsabilità, finiscono per riflettersi su di Lei, perché un leader viene giudicato anche dalla squadra che sceglie.
Con una classe politica di questo livello, i giornalisti e i conduttori di area progressista – esperti di comunicazione e narrazione – hanno gioco facile nel spostare il dibattito pubblico su polemiche sterili, anziché affrontare i veri problemi del Paese.
Inoltre, mi permetto di osservare che la campagna elettorale che l’ha portata a Palazzo Chigi è stata condotta su temi centrali per il Suo elettorato – fiscalità, sicurezza, blocco dell’immigrazione – ma su questi fronti i risultati tardano ad arrivare. Senza un cambio di passo, saranno proprio questi i temi su cui il Suo Governo rischia di perdere consenso alle prossime elezioni.
Il vero nodo, a mio avviso, è l’Europa: una UE a trazione centro-sinistra che impone politiche green penalizzanti, una gestione dell’immigrazione inefficace e un approccio alla guerra in Ucraina che ci trascina in una spirale di tensione. In questo contesto Lei ha abbandonato le uniche battaglie che avrebbero potuto rappresentare un vero cambio di paradigma – No Euro, No UE – e si trova ora a governare un Paese gravato da un debito pubblico difficilmente riducibile, con un Presidente della Repubblica espressione della sinistra e una magistratura percepita come politicamente orientata.
Alla luce di quanto sopra, mi permetto un suggerimento: doti i Suoi ministri e collaboratori di un serio consulente per la comunicazione, che li aiuti a parlare con saggezza e a mantenere una postura istituzionale adeguata al ruolo.
Con osservanza,
Erminio Petronio
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