sabato 2 novembre 2024

L'unità: tra ebraismo e cristianesimo



Nel cristianesimo spesso si promuovono le parole del Rabbino Gesù /Yeshua quando nel vangelo di Giovanni 17:20–23  dichiara: E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro, e tu in me; acciocché siano perfetti nell'unità». Da ebreo Gesù dichiarava una verità, che per l'ebraismo è l'unico dogma riconosciuto, l'Unità, come riportato nel vangelo di Marco 12;28 28 ...Allora, uno degli Scribi, avendoli uditi disputare, e riconoscendo ch'egli aveva loro ben risposto, si accostò e lo domandò: Quale è il primo comandamento di tutti? Gesù rispose...29 Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore".  Ciò premesso ci domandiamo, assumendo che Gesù sia D-O, è possibile che D-O possa aver sbagliato? Infatti il "cristianesimo" si caratterizza per le numerose divisioni. Le divisioni principali del cristianesimo sono cinque: la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa, il protestantesimo, l'Anglicanesimo e la Chiesa Copta. Esistono anche altri gruppi cristiani che non rientrano in queste tre categorie principali. I gruppi cristiani si distinguono per differenti dottrine e pratiche: Avventismo, Battismo, Calvinismo, Luteranesimo, Metodismo e Pentecostalismo, e potremmo proseguire con ulteriori divisioni. Inoltre dobbiamo considerare che queste divisioni non si caratterizzano per questioni culturali, tradizioni o costume, ma sono fondate su questioni teologiche spesso sostanziali oltre che etiche e liturgiche. Infatti queste confessioni sono anche in concorrenza tra loro quanto a proselitismo. Questa considerazione ci autorizza a sostenere che in realtà il "cristianesimo" benché si richiami a Gesù, non ne interpreta ne l'insegnamento e né l'esempio, e spesso le interpretazioni sono artefici frutto di deduzioni spesso in contrasto con gli stessi testi biblici.

Non esiste un solo insegnamento di Gesù che non sia coerente con l'ebraismo e quelli che ne sembrano una rottura è solo perché sono interpretati da non ebrei che non conoscono il contesto religioso dell'ebraismo ma guidati da un pensiero filosofico più di origine greco o romano, sempre se non si tratti di brani manomessi. Tutte le parabole insegnate da Gesù fanno parte della tradizione orale giudaica e li ritroviamo anche nel Talmud. Infatti Gesù non insegnava principi "teologici" che furono elaborati tra il III e IV secolo d.C, ma indicava un cammino fatto "istruzioni" su cosa fare, tipico dell'ebraismo basato sulle Mitzvot (precetti) come trasmesse da Mosè. Fallendo sull'unità ci si allontana dalla verità. Il principio dell'Unità non è negoziabile ma è la base pratica della fede in D-O, e costituisce un confine tra l'ebraismo ed il cristianesimo. Questa è la forza dell'ebraismo, che ha rappresentato l'elemento fondante dell'identità ebraica: un D-O, un Popolo ed una terra. Il principio dell'unità ha contribuito alla creazione dell'Identità che attraverso migliaia di anni fino ad oggi caratterizza il popolo ebraico, che rifiuta l'assimilazione culturale forte della sua cultura fondata sulla Torah. Le diaspore degli ebrei che si sono avvicendate, tra la cattività babilonese tra il 607 e 537, e successivamente con il dominio dei Greci dal 332 al 63 a.C. fino al dominio Romano con l'inizio della grande diaspora tra il Nord Africa, Europa ed America fino al  periodo tra il 685 ed il 700 d.C a seguito delle conquiste musulmane. La Torah e l'Unità hanno costituito e costituiscono ancora l'elemento fondante di questa "specificità" salvaguardando il popolo ebraico dalla sua estinzione.

Ci sono ebrei sefarditi, aschenazziti, romani, ultraortodossi ecc, ma grazie alla Torah ed al dogma dell'Unità, anche se con tradizioni culturali diverse, hanno mantenuto una loro "unicità" come popolo; un popolo dedito allo studio fin dalla tenera età che li ha resi ricettivi allo sviluppo della conoscenza in tutte le arti, basti pensare che ad oggi il 2% della popolazione terrestre detiene il 20% dei premi nobel. L'unità non solo è un valore, ma anche la "via" per conoscere D-O ed avere con lui una relazione con il trascendente che ci eleva. Infatti il popolo ebraico non è fondato su un principio etnico ma su il principio di "unità" e "condivisione" di una verità: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico D-O, verità che unisce ebrei giudei, arabi, europei, asiatici, sudamericani, ecc.

L'unità dovrebbe essere il valore fondante per i singoli popoli, per le famiglie, per ogni forma organizzativa. Solo nell'unità è possibile sviluppare forza ed energia per lo sviluppo. Infatti tutte le società divise e conflittuali sono destinate al declino. 

Possiamo avere opinioni diverse ma per le opinioni non dobbiamo dividerci.




venerdì 25 ottobre 2024

L'evasione FISCALE un mantra per opprimere la società

ll principio della ripartizione delle spese tra contribuenti in modo proporzionale a beneficio della società è giusto ed etico. Tuttavia perché il principio mantenga il suo valore etico e giustificare l'azione dello stato deve essere controbilanciato da altri principi tale da non indurre all'evasione fiscale o mancato pagamento delle tasse e rendere sostenibile la spesa pubblica.

Il primo principio è l'efficienza dei servizi erogati. Se impongo un prelievo fiscale per sostenere l'amministrazione dello stato in tutte le sue ramificazioni (sicurezza, pensioni, scuola, sanità, casa ecc) è necessario che questi servizi siano erogati in modo tempestivo, non discriminatorio e professionale. Inoltre queste condizioni sono ancor più importanti se il prelievo fiscale è significativo. 

Il secondo principio è l'economicità del servizio. Cosa significa? Significa che non devono essere addebitati costi alla pubblica amministrazione eccessivi nell'acquisto di beni e servizi. Nelle gare di appalto spesso si celano elementi di corruttivi che alzano il prezzo del servizio/bene o costringono il fornitore a fornire beni e servizi spesso scadenti. Questo perché dietro alle gare di appalto si hanno clientele legate alle ai partiti.

Il terzo principio è che la pubblica amministrazione non deve essere, come lo è,uno stipedificio. I partiti utilizzano le pubbliche amministrazioni come strumenti per incrementare le loro clientele a discapito della competenza, dell'efficienza e dell'economicità. I costi della burocrazia incidono sul bilancio dello stato.

Purtroppo tutta la classe politica intesa come "casta" e non i singoli individui, sono responsabili del dissesto finanziario dello stato e gli elettori non possono chiamarsi fuori dalla responsabilità se scelgono politici corrotti o figure anche se non corrotte tessitrici di clientele tramite sindacai ed associazioni ad essi legati.

A dimostrazione che la ventilata evasione fiscale è utilizzata per mettere pressione sulla società sta nel fatto che ne a destra e ne a sinistra si vuole realmente risolvere il problema, perché sarebbe sufficiente fare un condono per il passato e contestualmente introdurre aliquote progressive, ma basse e accettabili secondo il buon senso e prevedere, per l'evasore e per chi non paga semplicemente le tasse, non una sanzione economica ma semplicemente l'arresto commisurato all'evaso o al debito. Ci vogliono schiavi e terrorizzati alimentando lo stipendificio dell'Agenzia delle Entrate ecc.

L'Italia non potrà mai avere una politica per la casa, pensionistica, della  sanità ecc se la spesa pubblica è gravata da costi non finalizzati all'effettivo servizio da erogare. Infatti a riprova della grande complicità della classe politica, di destra come di sinistra, dei sindacati ecc, è l'impossibilità di tagliare in modo significativo il costo dei ministeri, ed il ricorso alle cooperative per erogare servizi della pubblica amministrazione. 

Questa situazione di ingordigia della classe politica alla fine legittima l'evasione fiscale del piccolo, non delle multinazionali, che cercano di sopravvivere in un quadro in cui vengono derubati dei loro guadagni frutto del loro lavoro, senza ottenere di contro un beneficio, dovendo comprare i libri di testo, le prestazioni sanitarie, affittare immobili a costi impossibili ecc. In questo caso l'evasione fiscale è etica. Non sono etiche le frodi (ecobonus), ecc e l'evasione delle banche e delle multinazionali.

Quando chi governa abusa del suo potere perde la legittimità di esigere. Infatti anche la Torah insegna: Deut.16: 19 Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali, e non accetterai donativi, perché il donativo acceca gli occhi de' savi e corrompe le parole de' giusti. 20 La giustizia, solo la giustizia seguirai, affinché tu viva e possegga il paese che l'Eterno, il tuo Dio, ti dà.

domenica 20 ottobre 2024

La Meloni e l'embargo di armi a Israele



Riprendo l'articolo di Rainew.24 del 19/10/2024 in cui il Presidente del Consiglio richiama l'attenzione, quasi a vantarsene, che l'Italia ha attuato un embargo più restrittivo e totale contro la vendita di armi ad Israele, rispetto ad altri governi Europei. La domanda è: a cosa serve questo embargo? Qual'è la logica di questa scelta politica? Dov'è l'intelligenza politica di questo embargo?

L'amministrazione USA, come i governi Europei con Francia e Spagna in prima linea, fanno dell'embargo di armi ad Israele una questione politica per lavarsi il viso davanti alle loro opinioni pubbliche arabe che ormai condizionano le loro agende politiche. Si, i paesi europei temono l'instabilità interna a causa della forte presenza di immigrati musulmani e dei forti interessi economici con i paesi Arabi. Tuttavia occorre aprire una riflessione sull'utilità di un embargo ad Israele, paese attaccato, rispetto al continuo sostegno di forniture all'Ucraina, perché attaccata dalla Russia, ovvero del doppio standard: lo stesso doppio standard relativamente ai bambini palestinesi che muoiono a causa della guerra, per l'opinione pubblica meritevoli di attenzione mediatica (osservando i media TV, Giornali, Social)  rispetto ai bambini ucraini che muoiono anche essi a causa della guerra. Quello cui stiamo assistendo è la manipolazione dei fatti e della verità.

Le organizzazioni terroristiche Hamas, Hezbollah ecc hanno avuto minaccia di boicottaggio per la fornitura di armi da parte di Russia, Iran, Cina e Corea del Nord? Non credo! Dunque chiedo alla Meloni, ed agli altri Leader,  se ci si è chiesto quale sarebbe l'effetto politico atteso interrompendo la fornitura di armi a Israele. La pace? La tregua? Costringere Benjamin Netanyahu ad interrompere l'azione militare? Io non credo si arriverà mai alla pace o alla tregua, semplicemente perché il programma dei terroristi sciiti è quello di annullare la presenza sionista in quella terra, motivo per il quale le leadership palestinesi non hanno mai approvato la costituzione di due stati per due popoli, temporeggiando sempre a livello negoziale. Se consideriamo le diverse guerre arabo-israeliane, la leadership araba non ha mai accettato quella ripartizione voluta dall'ONU, negoziando e temporeggiando, e la Leadeship sciita (Iran), per ragioni di dominio sui paesi musulmani sunniti, hanno preso l'iniziativa con la strategia del terrorismo. Come si spera di costringere a negoziare Israele, che ha sempre dimostrato volontà negoziale, con una controparte che vuole solo una tregua per riprendere fiato e riorganizzarsi. Quindi in questo contesto che senso ha il "l'embargo" sulle armi?

Una ulteriore considerazione è che gli embarghi sono inutili, perché esistono le importazione di armi mediante triangolazioni, come ha dimostrato la Russia, spesso sostenute dagli stessi paesi che hanno praticato l'embargo, facendo lucrare qualche imprenditore senza scrupoli con la complicità della politica. L'embargo tuttavia ha un effetto, se non militare sulle forniture, sul piano politico: la legittimazione dell'azione terroristica. L'embargo è un atto di debolezza politica che legittima  l'aggressore, ed in questo caso l'aggressore non è uno Stato come la Russia, ma un'organizzazione terroristica già ramificata nelle nostre città. L'embargo è un segnale di debolezza politica che in menti malate come quelle degli islamici fondamentalisti potrebbe segnalare l'opportunità che la nostra società è vulnerabile "psicologicamente" ad un attentato terroristico nelle nostre città.  

I governi europei sig. Presidente del Consiglio, devono sostenere la fornitura di armi a Israele, come fa la Germania, perché Israele ha diritto di difendersi e perché è un presidio della nostra civiltà giudeo-cristiana. Se cade Israele, e ciò non accadrà, cadrà tutto l'occidente. La pace la si potrà ottenere solo se il terrorismo sarà messo nelle condizioni di non nuocere, anche a costo di colpire l'Iran, sponsor principale, cosa si si auspicano anche i paesi arabi sunniti.




domenica 13 ottobre 2024

Anno 5785 - Odio gratuito

 

Lettera aperta agli antisionisti / antisemiti

C’è un concetto nella Torah/Bibbia libro ispirato da D-O per la religione ebraica e cristiana o libro di favole per gli atei o altro, di “Odio Gratuito”. Che cosa è l’odio gratuito? E’ un sentimento di ostilità che si concretizza in idee, sentimenti e comportamenti nei confronti di una persona o gruppo, non motivato, semplicemente per gelosia, invidia, è spesso alimentato da pregiudizi, stereotipi o da un semplice disprezzo immotivato, che non si basa su esperienze personali negative o su ragioni obiettive.

L’antisionismo/antisemitismo è fondato su un odio che si alimenta sul disprezzo degli ebrei per il solo fatto di essere ebrei. Questo odio non consente di analizzare i fatti con l’oggettività necessaria per avere un’idea precisa sulle le circostanze, le narrazioni giornalistiche (sempre di parte) ecc, ma parte dal presupposto che dato che sono “ebrei”, indipendentemente dalle ragioni evidenti, hanno torto e quindi devono essere puniti, ignorati, ghettizzati, e non ci si pone “dubbi”, è troppo difficile perché occorre documentarsi, studiare, ... ma è più semplice credere alle infamie sugli ebrei e su Israele perché ci rende maggioranza (pecore), mentre documentarsi, capire ecc è troppo faticoso e ci rende minoranze infelici. Meglio andare allo stadio è gridare ISRAELE GENOCIDA da buoni idioti (pecore) che correre il rischio di rimanere isolato per il culto della verità. 

Allora sorge una domanda:  perché tanti docenti, uomini di cultura ed artisti, che certamente non sono ignoranti e studiano sono anti sionisti? La risposta è elementare, se non conosco il contesto storico, filosofico, religioso (perché devo spendere il mio tempo per studiare una questione che riguarda il 2% della popolazione terrestre?) mi fido delle tesi di quanti sostengono al causa antisionista (affinità ideologia?, politica?, perché non sono religioso? o altro), oltretutto conviene, e popolare, per posizionarsi politicamente, per ragioni di mercato, ecc perché la massa di idioti (pecore) è cosi ampia che certamente compreranno dischi, saranno un grande seguito da manipolare nell’università e fare carriera, cui vendere libri che nessuno leggerà, e poi a livello elettorale ecc ..tutto sommato conviene, anche se non sono idiota, cosa importa se per pregiudizi, stereotipi semplice disprezzo si odiano gli ebrei che sono una minoranza? E' più semplice che considerare che il 20% dei Nobel sulla ricerca è prodotto dal 2% della popolazione terrestre, gli ebrei appunto.

Veniamo ai fatti che rendono irragionevole le posizioni dell’antisionismo / antisemitismo a prova di confutazione, e partiamo dai fatti più recenti.

a)  E’ facile fermare il presunto genocidio: 

E’ SUFFICIENTE IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI. Se gli ostaggi venissero rilasciati ora Israele non avrebbe più la legittimità internazionale e morale, anche al proprio interno, di proseguire la guerra, che da difesa diventerebbe di aggressione e di vendetta, dovrebbe immediatamente fermare bombardamenti e ritirare le truppe.  Mi chiedo se voi antisionisti abbiate mai fatto questa semplice riflessione. No, perché le vostre non sono ragioni ma pregiudizi, e come pecore sposate lo slogan più banale STOP GENOCIDIO (ignorando i genocidi reali in atto). E mi chiedo se voi vi poniate la domanda del perché HAMAS non vuole rilasciare gli ostaggi. La risposta semplice, è perché non accettano le condizioni di resa, HAMAS cerca una tregua alle sue condizioni per riorganizzarsi e ripetere il 7/10 come già dichiarato. E' difficile pensare che il sangue dei civili e le devastazioni sono appunto ricercate da HAMAS per i poveri idioti delle piazze occidentali? Infatti chi uccide gli innocenti non è l'IDF ma le masse occidentali che ne sostengono la causa  di HAMAS e la loro carneficina.

b)  E’ un GENOCIDIO? La definizione di Genocidio il genocidio adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 si verifica quando vengono commessi atti specifici con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo protetto. Su una popolazione di circa 2.000.000 di individui che vivono a Gaza  sono morti circa 42 000 individui miliziani combattenti, e certamente anche bambini utilizzati come scudi umani. Ogni qualvolta l’IDF interviene avvisa la popolazione (con il rischio certo che i terroristi si spostino da una zona ad un’altra confusi con i civili) prima di ingaggiare un combattimento urbano o effettuare un bombardamento mirato dove vengono accertati tunnel e depositi di armi. E non citiamo gli aiuti umanitari che Israele fa defluire in teatro di guerra a beneficio della popolazione “inerme”, mentre a nessuna organizzazione umanitaria è stata consentita la visita degli ostaggi ancora in vita. Ci sono vittime civili conseguenti? Sicuramente, come in Ucraina (ma la causa dei bambini ucraini uccisi dai russi non fa spettacolo sulle nostre piazze) ed in altri teatri di guerra, ma la maggior parte sono miliziani senza divisa che vengono spacciati per civili con le loro sceneggiate filmate. Inoltre continua l’incremento demografico dei palestinesi, principio contrario al concetto di genocidio.

c)  La popolazione palestinese è innocente? No di certo, tutti erano consapevoli di ciò che preparava HAMAS, considerando che sono stati costruiti più di 700km di tunnel sotterranei, infrastrutture abitabili e depositi ecc. Ogni casa civile, ogni moschea, ogni ospedale erano infrastrutture militarizzate. Non dimentichiamo che dopo l'eccidio del 7/10 a Gaza festeggiarono al passaggio degli ostaggi presentati come un trofeo. Ciò fa della popolazione palestinese colpevole come la leadership che ha eletto. Infatti la Risoluzione 181 dell'Assemblea Generale ONU accettato da Israele fu rifiutato da parte dei Paesi arabi. Lo Stato della Palestina non esiste per volontà della leadership palestinese/araba.

d)  Lancio dei missili: Dal 2001 sino ad oggi gli arabi-palestinesi lanciano razzi sulle città di Israele aumentandone l’intensità e dimostrando che con le “tregue” loro si armano con la complicità degli stati Arabi quali Egitto, Iran, Siria e Giordania. Questo continuo flusso di armamenti mai contestato dalla comunità internazionale, anzi, rea di aver coperto tramite l’ONU l’armamento dei terroristi. Non parliamo degli attentati di Fiumicino, Madrid, Parigi, ecc. Cosa deve fare Israele ringraziare e ritirarsi dai territori controllati come cuscinetto di sicurezza dando loro la sensazione che lanciare razzi paghi politicamente? Certo un antisionista /antisemita coerentemente con suo odio gratuito non si lamenta  del terrorismo arabo proprio perché vale il principio che il nemico del mio nemico è mio amico. Se ciò non fosse vero, gli amici antisionisti dovrebbero osservare come Israele abbia il dritto di porre fine a questo stato di cose.

Cari amici antisionisti parafrasando il grande Totò, siete uomini o caporali? Siete cosi vili da nascondervi dietro il dito con argomentazioni farlocche? Ovvero fate finta di essere idioti per odiare, o siete veramente idioti? A voi la risposta. Sempre la Torah/Bibbia descrive le conseguenze dell’odio gratuito: l’auto distruzione. Ma chi sarà distrutto? Secondo il calendario ebraico siamo entrati in questo mese nel 5785, secondo il calendario cristiano siamo nel 2024 e prossimi al 2025, secondo il calendario islamico 1444

Chi non ha una propria identità e vive di riflessi non sopravviverà. L’odio uccide se stessi.

Am Israel Chai

 

 

giovedì 12 settembre 2024

L'antisionismo dell'Avvenire (Giornale Cattolico)

L'articolo di Riccardo Redaelli del 01/08/2024 https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/se-netanyahu-alza-il-tiro è scandaloso, soprattutto su un giornale cattolico. Dichiarare che sia stato un assassinio l'uccisione di Beirut di Fuad, ed a Teran del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, è scandaloso. Ignorare che l'Iran è il mandante di tutte le aggressioni che quotidianamente subisce Israele è sposare la narrazione dei terroristi che hanno massacrato famiglie inermi, messo nei forni a microonde bambini e violentato donne, oltre ad aver preso in ostaggio più di 240 persone. Parlare di stragi di donne e bambini a Gaza è amplificare la propaganda falsa dei terroristi. Stupisce che un giornalista di un giornale cattolico si faccia portavoce delle menzogne dei terroristi, stupisce che il sig. Rendelli, suo malgrado, partecipi alla narrazione propagandistica dei pro-palestinesi "dal fiume al mare" e si presti ad essere uno dei tanti cavalli di troia di questa propaganda islamica, ignorando anche quando dicono nelle piazze, prima Gerusalemme e poi Roma.

Israele è stata trascinata in una guerra da Hamas e la sua reazione chirurgica è finalizzata alla distruzione di infrastrutture terroristiche sviluppatesi anche con la copertura di funzionari ONU. E' una guerra di sopravvivenza imposta dai palestinesi (io non credo che siano innocenti considerando i festeggiamenti post 7 ottobre e le infrastrutture sotterrane realizzate). Come in tutte le guerre ci sono i morti, anche civili, come ci furono in Italia durante i bombardamenti angloamericani (oggi osannati alleati), e gli italiani furono moralmente responsabili della nascita del fascismo, come lo sono gli abitanti di gaza nell'aver sposato l'ideologia omicida di Hamas. E purtroppo, una guerra è una guerra e Netanyaho lo ha dichiarato fin dall'inizio, non si è illuso. 

Sig.Riccardo Redaelli si è chiesto perché Hamas non rilascia gli ostaggi? Semplice, perché fino a quando dura il "presunto" massacro dei civili, loro possono alimentare l'insofferenza nell'occidente verso Israele, grazie agli utili idioti che in nome di un "ipocrita buonismo" possano fare pressione  sugli ebrei in tutto il mondo. Rilasciando gli ostaggi Israele si fermerebbe, e questo non lo vogliono, come ha dichiarato il loro leader che ci vogliono i morti civili per la causa palestinese. Gli utili idioti che prestano il fianco a queste narrazioni sono coloro che fanno allungare la prigionia degli ostaggi. Siete i loro migliori alleati. State promuovendo l'antisionismo e l'odio contro gli ebrei.

Sig.Riccardo Redaelli lo sa che  Hamas è un'organizzazione criminale? Gli israeliani non hanno ucciso il leader, ma lo hanno giustiziato (le parole giuste hanno un peso), come i comunisti hanno fatto con Mussolini. Lo sa che HAMAS ha nel programma, come l'Iran l'annientamento di Israele? Come si può fare la pace con un gruppo che non ti riconosce, che periodicamente ti aggrediscono, che predicano la morte degli ebrei e che vogliono la tregua solo per prendere fiato e ripartire. 

L'aspetto positivo della vicenda è che la favola di due popoli e due stati è finita.

Purtroppo prendo atto che l'Avvenire ha una linea editoriale filopalestinese ignorano anche le suo origine cristiane e che Cristo non è palestinese, ma Giudeo.  

Se condividi questo contenuto, condividilo con altri per partecipare alla contro-informazione. Grazie

per oggi qui taccio.

domenica 8 settembre 2024

I giovani ed il problema del lavoro


Oggi per una coppia di giovani che desidera costituire una famiglia si trova dinanzi a due problemi: la precarietà del lavoro (soprattutto per il popolo delle partite iva o contratti precari). Il problema è conosciuto ed è uno degli argomenti delle campagne elettorali tra le forze politiche salvo ignorarlo, in nome dei debito pubblico, e dei vincoli di bilancio imposti dalla UE.

A coloro che parlano di politiche giovanili (inesistenti in Italia) sfugge che il problema del lavoro non lo si risolve con timide politiche di taglio del cuneo fiscale, ma coraggiose politiche di riduzione drastica della fiscalità ed inasprimento della lotta contro l'evasione ed il mancato pagamento delle tasse. Il costo del lavoro incide sulla competitività ed il prelievo fiscale sottrae risorse agli investimenti ed anche diminuisce la motivazione ad investire dei piccoli imprenditori.

Le politiche fiscali, se si vuole stimolare l'offerta di lavoro, devono essere drastiche e coraggiose, e la repressione dell'evasione fiscale deve essere meno garantista (tempi brevi) e più punitiva introducendo l'arresto per chi, anche per piccole somme, evade o non paga il debito fiscale. Inoltre queste politiche devono essere accompagnate anche da politiche di riduzione della spesa pubblica (troppi impiegati pubblici spesso improduttivi). E' chiaro che nessuna forza politica dell'arco costituzionale impotizza simili interventi perchè significherebbe minare la propria base elettrorale che trae forza proprio dalla burocrazia capillare (clientelismo), dalle associazioni sindacali ecc.

E' chiaro che manca la volontà politica di attuare politiche efficaci, perché l'apparato pubblico è una forma indiretta di Welfare dove gli organici sono sopra dimensionati e improduttivi, costituendo di fatto il vero debito pubblico, oltre ad essere una base elettorale.  Facciamo alcune considerazioni: le agenzie delle entrate sono distribuiti su più di 100 provincie oltre alle direzioni regionali. Questi uffici sono informatizzati e quindi hanno la funzione di determinare quanto devono allo stato i contribuenti, verificarne le dichiarazioni ed agire di conseguenza. Immaginiamo che un'agenzia territoriale abbia almeno un usciere, qualche impiegato amministrativo, capi reparti e dirigenti. Immaginiamo una media di 277 addetti per ufficio quindi possiamo stimare più di 30.000 impiegati. Aggiungiamo gli impiegati delle agenzie di riscossione e possiamo immaginare quanto la macchina BUROCRATICA costi allo stato. Il costo aumenta se consideriamo in nome del garantismo i tempi di riscossione (anni) e i ricorsi presso la giustizia tributaria ecc. Questo per far comprendere quanto sia utili l'evasione fiscale e il mancato versamento delle tasse da parte di altri.

Se si facesse una drastica riforma fiscale con l'abbattimento delle aliquote, sulle imprese e sul lavoro unitamente all'introduzione degli arresti per evasori e debitori non solo garantiremmo più gettito, avremmo un problema su cosa fare fare agli impiegati dell'amministrazione finanziaria. Ecco perché sostengo che la burocrazia è una forma di welfare oltre che di clientelismo che ostacola ed impedisce la  competitività del nostro sistema imprenditoriale, e quindi l'aumento dell'offerta di lavoro. Quindi per sostenere la spesa pubblica e l'apparato burocratico è necessario che ci siano gli evasori fiscali e l'aumento delle aliquote.



mercoledì 28 agosto 2024

L'utopia del Multiculturalismo

Massimo Dazeglio ebbe a dire: Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani. Possiamo affermare che esistano gli italiani? Si, ma in quanto veneti, siciliani, napoletani, romani, fiorentini, milanesi ecc,; siamo un popolo grazie alla storia che condividiamo che vede nell'arte, nel costume, nella cucina, nella religione giudeo-cristiana la nostra matrice, che ci distingue dai tedeschi, dai francesi, dagli slavi ecc Tuttavia non possiamo negare che ancora oggi facciamo riferimento a queste distinzioni per rimarcare differenze negative. Anzi abbiamo traferito nella competizione sportiva quelle ancestrali differenze che ci caratterizzano.

Oggi? La sinistra nel mondo occidentale promuove l'utopia della società multiculturale, tuttavia questa idea non è dimostrata dalla storia passata e recente. In tutte le società, nel passato come nel presente, le città si sono caratterizzate per la presenza di quartieri con forte caratterizzazione etnica, latini, indiani, cinesi, africani, arabi ecc con specifiche caratteristiche culturali, tipiche della loro provenienza etnica, nel concepire la vita di quartiere, nella ristorazione ed altre attività artigianali. Anche le scuole risentono di questa specificità. La società multiculturali sono state e sono solo sacche di emarginazioni sociali in quella fascia della popolazione povera o piccola borghese. 

La presenza di queste aree di emarginazione diventano strumentalmente bacino elettorale nelle competizioni elettorali e coacervo di problemi per la comunità per la presenza e crescita di individui non integrati nel tessuto sociale e violenti. Le città americane e quelle europee ne sono un esempio. Le destre condannano l'immigrazione non controllata e le sinistre esaltano la multiculturalità ed i benefici dell'inclusione, ma per trovare casi di "integrazione" dobbiamo salire la scala sociale e vediamo che la classe medio alta, caratterizzata da alti redditi, si è integrata perché hanno un alto livello culturale e abitano in quartieri ricchi e mandano i loro figli in scuole di qualità, frequentano i Lions Clubs e Rotary Club. I cittadini poveri che sono operai o commercianti si emarginano da se e semmai condividono la loro emarginazione anche con i nativi che vivono la stessa situazione sociale (quartieri, culto e reddito). Questi cittadini che identifichiamo di seconda e terza generazione rimangono nei costumi, nella lingua e nel vivere sociale cinesi, latini, indiani, africani ecc. Possiamo affermare che la vera inclusione è generata dal reddito.

Anche immaginando la religione come elemento comune per alcune fasce di popolazione, di origine europea, vediamo come l'appartenenza ad un culto cristiano non cattolico spesso si manifesta con chiese - comunità rumene, chiese - comunità cinesi, ecc.  in cui l'appartenenza culturale e la nazionalità ne sono la matrice comune. Il multiculturalismo come sintesi di più culture non esiste ed è impossibile perché la matrice culturale-nazionale di provenienza è l'unico elemento di unione e fratellanza vera. Ognuno sente la propria nazionalità come elemento che accomuna. L'altro è sempre l'altro.

Tuttavia, a decretare la morte dell'ideologia del multiculturalismo è l'immigrazione araba-musulmana dove il fattore totalizzante della religione ne condiziona il vivere sociale e soprattutto la relazione, ovvero, la non relazione con le altre comunità non musulmane. Non si creano problemi con i cristiani, gli ebrei, gli induisti, i buddisti ecc, perché tutte religioni inclusive, ma i problemi si creano con gli immigrati islamici che non vogliono essere contaminati dalla società ospitante e portano con loro un messaggio apocalittico per le nostre società. Inoltre l'immigrazione dai paesi arabi - islamici non è fine a se stessa, ma persegue un disegno globale, quello di "islamizzare" le società ospitanti. I musulmani non sono culturalmente integrabili.

Parashat Vaierà, Genesi 17,1 - 22,24

  Quale prezzo siamo disposti a pagare per i nostri obiettivi? Quando desideriamo qualcosa ci poniamo mai la domanda quale prezzo siamo disp...