Oggi per una coppia di giovani che desidera costituire una famiglia si trova dinanzi a due problemi: la precarietà del lavoro (soprattutto per il popolo delle partite iva o contratti precari). Il problema è conosciuto ed è uno degli argomenti delle campagne elettorali tra le forze politiche salvo ignorarlo, in nome dei debito pubblico, e dei vincoli di bilancio imposti dalla UE.
A coloro che parlano di politiche giovanili (inesistenti in Italia) sfugge che il problema del lavoro non lo si risolve con timide politiche di taglio del cuneo fiscale, ma coraggiose politiche di riduzione drastica della fiscalità ed inasprimento della lotta contro l'evasione ed il mancato pagamento delle tasse. Il costo del lavoro incide sulla competitività ed il prelievo fiscale sottrae risorse agli investimenti ed anche diminuisce la motivazione ad investire dei piccoli imprenditori.
Le politiche fiscali, se si vuole stimolare l'offerta di lavoro, devono essere drastiche e coraggiose, e la repressione dell'evasione fiscale deve essere meno garantista (tempi brevi) e più punitiva introducendo l'arresto per chi, anche per piccole somme, evade o non paga il debito fiscale. Inoltre queste politiche devono essere accompagnate anche da politiche di riduzione della spesa pubblica (troppi impiegati pubblici spesso improduttivi). E' chiaro che nessuna forza politica dell'arco costituzionale impotizza simili interventi perchè significherebbe minare la propria base elettrorale che trae forza proprio dalla burocrazia capillare (clientelismo), dalle associazioni sindacali ecc.
E' chiaro che manca la volontà politica di attuare politiche efficaci, perché l'apparato pubblico è una forma indiretta di Welfare dove gli organici sono sopra dimensionati e improduttivi, costituendo di fatto il vero debito pubblico, oltre ad essere una base elettorale. Facciamo alcune considerazioni: le agenzie delle entrate sono distribuiti su più di 100 provincie oltre alle direzioni regionali. Questi uffici sono informatizzati e quindi hanno la funzione di determinare quanto devono allo stato i contribuenti, verificarne le dichiarazioni ed agire di conseguenza. Immaginiamo che un'agenzia territoriale abbia almeno un usciere, qualche impiegato amministrativo, capi reparti e dirigenti. Immaginiamo una media di 277 addetti per ufficio quindi possiamo stimare più di 30.000 impiegati. Aggiungiamo gli impiegati delle agenzie di riscossione e possiamo immaginare quanto la macchina BUROCRATICA costi allo stato. Il costo aumenta se consideriamo in nome del garantismo i tempi di riscossione (anni) e i ricorsi presso la giustizia tributaria ecc. Questo per far comprendere quanto sia utili l'evasione fiscale e il mancato versamento delle tasse da parte di altri.
Se si facesse una drastica riforma fiscale con l'abbattimento delle aliquote, sulle imprese e sul lavoro unitamente all'introduzione degli arresti per evasori e debitori non solo garantiremmo più gettito, avremmo un problema su cosa fare fare agli impiegati dell'amministrazione finanziaria. Ecco perché sostengo che la burocrazia è una forma di welfare oltre che di clientelismo che ostacola ed impedisce la competitività del nostro sistema imprenditoriale, e quindi l'aumento dell'offerta di lavoro. Quindi per sostenere la spesa pubblica e l'apparato burocratico è necessario che ci siano gli evasori fiscali e l'aumento delle aliquote.