giovedì 12 settembre 2024

L'antisionismo dell'Avvenire (Giornale Cattolico)

L'articolo di Riccardo Redaelli del 01/08/2024 https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/se-netanyahu-alza-il-tiro è scandaloso, soprattutto su un giornale cattolico. Dichiarare che sia stato un assassinio l'uccisione di Beirut di Fuad, ed a Teran del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, è scandaloso. Ignorare che l'Iran è il mandante di tutte le aggressioni che quotidianamente subisce Israele è sposare la narrazione dei terroristi che hanno massacrato famiglie inermi, messo nei forni a microonde bambini e violentato donne, oltre ad aver preso in ostaggio più di 240 persone. Parlare di stragi di donne e bambini a Gaza è amplificare la propaganda falsa dei terroristi. Stupisce che un giornalista di un giornale cattolico si faccia portavoce delle menzogne dei terroristi, stupisce che il sig. Rendelli, suo malgrado, partecipi alla narrazione propagandistica dei pro-palestinesi "dal fiume al mare" e si presti ad essere uno dei tanti cavalli di troia di questa propaganda islamica, ignorando anche quando dicono nelle piazze, prima Gerusalemme e poi Roma.

Israele è stata trascinata in una guerra da Hamas e la sua reazione chirurgica è finalizzata alla distruzione di infrastrutture terroristiche sviluppatesi anche con la copertura di funzionari ONU. E' una guerra di sopravvivenza imposta dai palestinesi (io non credo che siano innocenti considerando i festeggiamenti post 7 ottobre e le infrastrutture sotterrane realizzate). Come in tutte le guerre ci sono i morti, anche civili, come ci furono in Italia durante i bombardamenti angloamericani (oggi osannati alleati), e gli italiani furono moralmente responsabili della nascita del fascismo, come lo sono gli abitanti di gaza nell'aver sposato l'ideologia omicida di Hamas. E purtroppo, una guerra è una guerra e Netanyaho lo ha dichiarato fin dall'inizio, non si è illuso. 

Sig.Riccardo Redaelli si è chiesto perché Hamas non rilascia gli ostaggi? Semplice, perché fino a quando dura il "presunto" massacro dei civili, loro possono alimentare l'insofferenza nell'occidente verso Israele, grazie agli utili idioti che in nome di un "ipocrita buonismo" possano fare pressione  sugli ebrei in tutto il mondo. Rilasciando gli ostaggi Israele si fermerebbe, e questo non lo vogliono, come ha dichiarato il loro leader che ci vogliono i morti civili per la causa palestinese. Gli utili idioti che prestano il fianco a queste narrazioni sono coloro che fanno allungare la prigionia degli ostaggi. Siete i loro migliori alleati. State promuovendo l'antisionismo e l'odio contro gli ebrei.

Sig.Riccardo Redaelli lo sa che  Hamas è un'organizzazione criminale? Gli israeliani non hanno ucciso il leader, ma lo hanno giustiziato (le parole giuste hanno un peso), come i comunisti hanno fatto con Mussolini. Lo sa che HAMAS ha nel programma, come l'Iran l'annientamento di Israele? Come si può fare la pace con un gruppo che non ti riconosce, che periodicamente ti aggrediscono, che predicano la morte degli ebrei e che vogliono la tregua solo per prendere fiato e ripartire. 

L'aspetto positivo della vicenda è che la favola di due popoli e due stati è finita.

Purtroppo prendo atto che l'Avvenire ha una linea editoriale filopalestinese ignorano anche le suo origine cristiane e che Cristo non è palestinese, ma Giudeo.  

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per oggi qui taccio.

domenica 8 settembre 2024

I giovani ed il problema del lavoro


Oggi per una coppia di giovani che desidera costituire una famiglia si trova dinanzi a due problemi: la precarietà del lavoro (soprattutto per il popolo delle partite iva o contratti precari). Il problema è conosciuto ed è uno degli argomenti delle campagne elettorali tra le forze politiche salvo ignorarlo, in nome dei debito pubblico, e dei vincoli di bilancio imposti dalla UE.

A coloro che parlano di politiche giovanili (inesistenti in Italia) sfugge che il problema del lavoro non lo si risolve con timide politiche di taglio del cuneo fiscale, ma coraggiose politiche di riduzione drastica della fiscalità ed inasprimento della lotta contro l'evasione ed il mancato pagamento delle tasse. Il costo del lavoro incide sulla competitività ed il prelievo fiscale sottrae risorse agli investimenti ed anche diminuisce la motivazione ad investire dei piccoli imprenditori.

Le politiche fiscali, se si vuole stimolare l'offerta di lavoro, devono essere drastiche e coraggiose, e la repressione dell'evasione fiscale deve essere meno garantista (tempi brevi) e più punitiva introducendo l'arresto per chi, anche per piccole somme, evade o non paga il debito fiscale. Inoltre queste politiche devono essere accompagnate anche da politiche di riduzione della spesa pubblica (troppi impiegati pubblici spesso improduttivi). E' chiaro che nessuna forza politica dell'arco costituzionale impotizza simili interventi perchè significherebbe minare la propria base elettrorale che trae forza proprio dalla burocrazia capillare (clientelismo), dalle associazioni sindacali ecc.

E' chiaro che manca la volontà politica di attuare politiche efficaci, perché l'apparato pubblico è una forma indiretta di Welfare dove gli organici sono sopra dimensionati e improduttivi, costituendo di fatto il vero debito pubblico, oltre ad essere una base elettorale.  Facciamo alcune considerazioni: le agenzie delle entrate sono distribuiti su più di 100 provincie oltre alle direzioni regionali. Questi uffici sono informatizzati e quindi hanno la funzione di determinare quanto devono allo stato i contribuenti, verificarne le dichiarazioni ed agire di conseguenza. Immaginiamo che un'agenzia territoriale abbia almeno un usciere, qualche impiegato amministrativo, capi reparti e dirigenti. Immaginiamo una media di 277 addetti per ufficio quindi possiamo stimare più di 30.000 impiegati. Aggiungiamo gli impiegati delle agenzie di riscossione e possiamo immaginare quanto la macchina BUROCRATICA costi allo stato. Il costo aumenta se consideriamo in nome del garantismo i tempi di riscossione (anni) e i ricorsi presso la giustizia tributaria ecc. Questo per far comprendere quanto sia utili l'evasione fiscale e il mancato versamento delle tasse da parte di altri.

Se si facesse una drastica riforma fiscale con l'abbattimento delle aliquote, sulle imprese e sul lavoro unitamente all'introduzione degli arresti per evasori e debitori non solo garantiremmo più gettito, avremmo un problema su cosa fare fare agli impiegati dell'amministrazione finanziaria. Ecco perché sostengo che la burocrazia è una forma di welfare oltre che di clientelismo che ostacola ed impedisce la  competitività del nostro sistema imprenditoriale, e quindi l'aumento dell'offerta di lavoro. Quindi per sostenere la spesa pubblica e l'apparato burocratico è necessario che ci siano gli evasori fiscali e l'aumento delle aliquote.



Parashat Vaierà, Genesi 17,1 - 22,24

  Quale prezzo siamo disposti a pagare per i nostri obiettivi? Quando desideriamo qualcosa ci poniamo mai la domanda quale prezzo siamo disp...