domenica 10 novembre 2024

Il confronto delle idee, è possibile?

Viviamo in una società "democratica" dove, come in tutte le democrazie occidentali, esiste la libertà di opinione, libertà di comunicare mediante stampa, social, Tv, radio. Libertà di dire tutto ed il contrario di tutto, di mentire, di enfatizzare, di alterare costruire narrazioni ecc. 
Quotidianamente ci vengono proposti dibattiti con evidenti linee editoriali che ad un attento ascolto evidenziano l'orientamento pro qualcosa o qualcuno, per un'idea politica o un'altra. Ma la domanda è: è possibile che ci sia un confronto di idee onesto ed imparziale?
Ci sono degli ambiti in cui il confronto è possibile ed in alcuni ambiti in cui il confronto non è possibile. Il confronto di idee è possibile dove non c'è alla base un'idea etica sociale ma un interesse dell'individuo. 
Nell'ambito del business, degli affari, confrontarsi è possibile ed è utile e necessario quando le parti vogliono raggiungere un obiettivo comune quando per raggiungerlo è necessario negoziare per trovare una soluzione soddisfacente. In ambiti sportivi è possibile confrontarsi  in quanto i parametri di misurazione sono oggettivi, ed in ambito artistico è possibile confrontarsi quando pur avendo sensibilità e gusti diversi è possibile trovare aspetti da condividere. 
Nell'ambito politico-sociale non è possibile confrontarsi ma solo scontrarsi perché manca l'interesse comune di capire le ragioni dell'altro e si parte da presupposti ideologici e dall'assunto che i propri valori siano veri. Per questo motivo quando assistiamo ai dibattiti politici non solo non si comprendono le ragioni dell'uno rispetto l'altro, tanto meno troviamo momenti di sintesi. E' solo scontro.
Anche nell'ambito religioso, ed in particolare tra le religioni monoteistiche (islam, cristianesimo, ebraismo) non è possibile dialogare perché gli assunti dogmatici definiti dai testi sacri non consentono margini di dialogo. La storia delle tensioni, spesso anche violente, tra cattolicesimo e protestantesimo ne sono un'evidenza. Anche nell'islam abbiamo uno scontro, anche violento, tra musulmani sciiti e sunniti. Tra gli ebrei dobbiamo risalire al 900 a.C.  alla conflittualità tra il Regno di Giuda ed il Regno di Israele quando le tribù si divisero. Il rapporto tra i due regni fu prevalentemente conflittuale, sebbene questi conflitti siano stati poco più che scaramucce di frontiera. 
Quando si parte da posizioni valoriali opposte in politica come nella religione, il confronto non può esistere. Esiste la sordità alle ragioni dell'altro, la prevaricazione delle proprie idee e l'incomprensibilità del confronto che comunque porta ad un binario morto, non trasferisce nulla a chi ascolta. Ma tra i due ambiti, politico e religioso, lo scontro tra le religioni è più profondo e non negoziabile. Questo scontro culturale lo si evince dal tentativo del "dialogo interreligioso", un tentativo ipocrita delle leadership religiose più di rispondere alla richiesta della politica che non nel cercare di comprendere le ragioni dell'altro. E'  praticamente impossibile.
I cristiani delle differenti "confessioni" dialogano, ma rivendicano reciprocamente il primato delle loro verità, come i musulmani dialogano tra loro ma rivendicano la legittimità della  loro linea di discendenza. Cristiani e musulmani, a livello istituzionale dialogano, ma rivendicano le loro verità assolute. Il dialogo ed il confronto sono un inganno per le masse.



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